Cosa ci fa un Tedesco all’isola di Thassos? Riporta in vita vitigni dimenticati e altri sconosciuti, si prende cura della terra e delle piante usando la zappa e l’aratro, non usa nessun tipo di “diavoleria” in vigna e in cantina per “aggiustare” e vinifica in anfore antiche rinvenute su questa terra. Si tratta dell’enologo e scienziato Alexander Heer che trova in questa isola un tesoro da salvare, da salvaguardare e cercare di riportare la fama dell’isola per i suoi vini agli antichi fasti, quando Thassos, insieme a Chios, producevano il migliore vino della Grecia.
Synonyma è un vitigno sconosciuto, una varietà a bacca bianca di cui non sappiamo nulla, ed è il nostro protagonista insieme alle anfore antiche di Kazaviti e le mani di Alexander Heer.
Vista offuscata o primitiva autenticità? Genuina bellezza, disinvolta e sincera, che ha bisogno di respirare profondamente prima di esprimere gratitudine per la sua riscoperta. Vena ossidativa sottile che si ramifica offrendo sentori di pesca gialla, pompelmo e bucce d’arancia, seguiti a distanza dai gelsomini e le violette, il pepe bianco e la terra, i capperi e le olive. Il sorbetto di pesca al palato, l’amaro del pompelmo, la verdezza del cappero e la mineralità dell’argilla, vengono orchestrati da un’acidità media e da un sorso molto particolare. Originale.