Mi ha sempre affascinato la luna. Ricordo da piccolo, durante le caldi notti estive, che stavo per ore a guardarla, a fantasticare, a farmi influenzare. Poi, da più grande, a cercare di capire di più, di scoprire qualcosa tramite le lenti di un telescopio. La luna ha una grande influenza su tutti gli organismi viventi e quindi anche sul vino, cosa che l’uomo ha capito e sempre rispettato nella millenaria storia vinicola. Cosa c’è di più bello quindi, per un appassionato, che celebrare la luna piena tra le vigne, un rito arcaico-contadino che si perde nella notte dei tempi. Siamo a Pieve Santo Stefano, sulle Colline Lucchesi e stiamo camminando tra le vigne del Podere Tomasino, io, Agnese, Paolo ed Emilia. “Presto, sono già le 20, alle 20.07 sorge la luna”! Affrettiamo il passo e arriviamo alla “postazione” scelta. C’è una leggera foschia che rende l’attesa quasi mistica. I calici sono pronti a brindare a Lei. Dopo un po’ una luna pallida e misteriosa comincia la sua arrampicata verso le stelle. Parte il primo tappo..champagne Pascal Mazet, Brut Premier Cru 2002 (Pinot Noir, Pinot Maunier, Chardonnay, 33,3×3). Colore oro tenue e brillante, dalle bollicine fini e numerose, con sentori agrumati, floreali e un tocco importante di mineralità. Gusto pieno, equilibrato e persistente, con un retrogusto di mandorla. Interessante e piacevole. La luna sale lentamente e noi non la perdiamo di vista mentre si stappa la seconda bottiglia..champagne André Beaufort 2000 Grand Cru Ambonnay (pinot nero 80% chardonnay 20%). André fa il biologico da 40 anni, uno dei primi, ed è arrivato per esigenza (era allergico ai prodotti chimici). Oro carico e luminoso, bollicina fittissima e al palato carezzevole e setosa. I suoi profumi sono inebrianti, elegantissimi. Si va dai sentori fruttati (i limoni, le pesche profumatissime), ai fiori di campo, fino alle erbe (menta). Freschissimo e dal finale molto lungo. Uno dei migliori champagne mai assaggiati. La luna ora è ben visibile, la foschia non c’è più, si è trasferita dentro il mio stomaco che chiede a gran voce un supporto solido. Ci si trasferisce tutti a tavola, su un bel terrazzone vista luna e si stappa la terza bottiglia, Domaine Lahaye, Meursault 2009. Ha un colore giallo paglierino abbastanza intenso e sentori di nocciola e floreali e una mineralità espressa con la pietra focaia. Di buona struttura e piacevole al palato. E’ una notte tranquilla e piacevole, i grilli cantano e una brezza leggera e piacevole mi accarezza il viso che si distende in un largo e naturale sorriso, forse anche perchè si sta per stappare il prossimo vino, Domaine Lahaye Pommard 1996. Un colore rosso scarico, luminoso. Al naso frutti rossi, ciliegia sotto spirito, sottobosco, spezie e una nota minerale. Al palato è di medio corpo e ha un piacevole finale di cioccolato. Finita qui? Macchè! Alain Patriarche Meursault Rouge Blagny 1er cru 2009. Bel colore rosso rubino scuro. Al naso piccoli frutti rossi (mirtilli, more, ribes) e sentori di cuoio. In bocca i tannini si fanno sentire ma sono morbidi, non trasgressivi, la struttura è buona, gusto pepato, mora, ribes e un po’ di vaniglia e finale lungo cigliegioso. Buono. Ora basta però! Ci vuole una camminata, bisogna smaltire cibo e vino. Le colline Lucchesi sono bellissime, ricche di vegetazione, di profumi, di emozioni. Si parte. Si cammina non proprio in linea retta, anche se l’intenzione è quella, l’aria è buona e cerco di riempirmi i polmoni e svuotare la mente. Non c’è nemmeno una luce artificiale in giro, solo lei, la luna piena, stagliata nel mezzo di un cielo sereno. Fra chiacchiere filosofiche e poesie recitate nonchè frasi insensate dettate dall’ eccesso dell’ alcol nelle nostri menti offuscate, arriviamo davanti a una piccolissima chiesa. Entro e davanti a me c’è un affresco da poco restaurato, mi sembra il più bello mai visto. Esco dalla chiesa e alzo lo sguardo al cielo. La luna è sempre lì, enorme, luminosissima, pronta ad indicarmi la via. Stanotte mi sento felice.
Qui le foto:
https://vitedivino.com/2013/08/27/plenilunio-agostano-in-vigna/