Tintilia del Molise (100%) – 14%
Il vino
muove la primavera,
cresce come una pianta di allegria,
cadono muri,
rocce,
si chiudono gli abissi,
nasce il canto.
Da “Ode al vino” di Pablo Neruda
Cadono muri, si chiudono gli abissi e il vino tinto viaggia. La tradizione crea tradizione e il Tinto dei Borboni diventa Tintilia tra il 700 e l’800 in terra molisana. Poi, il progressivo abbandono della qualità a favore della quantità manda nel dimenticatoio un’uva dalle basse rese, mettendo a rischio la sua esistenza. Ma il tempo è galantuomo e ripara i torti; così Claudio Cipressi recupera e valorizza questo vitigno, offrendoci una bellissima interpretazione della Tintilia Molisana che lascia una macchia rossa indelebile nella nostra memoria gusto-olfattiva. Frutto scuro e petali di rosa, eucalipto e alloro, timo e salvia, chiodi di garofano e pepe nero. Struttura solida e gentile, freschezza esuberante e tannini modellati al corpo sinuoso, sapida mineralità, intensità e morbidezza. Avvolge, coinvolge e fa nascere il canto.