Malvasia lunga del Chianti (70%), Albano {Trebbiano Toscano} (30%) – 13,5%
Abbandoniamo l’apparenza in favore della ragione; la ragione ci permette di dimenticare ogni dolore e -soprattutto- cancellare la paura della morte. Non ci rimane che abbandonarci al piacere, che darci alla magnifica materia che fa e alimenta il nostro corpo. Ogni giorno potrebbe essere l’ultimo e potrebbe essere il più bello. E’ questo il pensiero di Lucrezio, basato sugli insegnamenti di Epicuro, che viene riportato nel poema “De rerum natura”, un capolavoro salvato dall’oblio da Poggio Bracciolini (Poggius Florentinus), umanista nato nel 1380 a Terranuova (Terranuova Bracciolini dal 1862). Proprio su questa terra, Marco Cannoni coltiva le sue vigne e ci aiuta ad abbandonarci al piacere con la magnifica materia che ci propone, Malvasia e Albano per godere della semplicità, della bontà, della “Toscanità” di un sorso di gran carattere, archegono, essenziale. Un vino di una bellissima forza intrinseca che ci conquista o come direbbe Lucrezio “la forza sconvolgente del vino che penetra l’uomo e nelle vene sparge e distribuisce l’ardore.” Sa di argilla (o meglio di DAS, per ricordare il mitico Dario Sala), di fiori spontanei e di frutta bianca solare, di pane toscano e di erbe medicinali. La freschezza, la vita, l’equilibrio che “emana” ci spingono ad abbandonarci al piacere di gustarlo come se fosse il nostro ultimo giorno, forse quello più bello.