Abbazia San Giorgio – Ddèfiu 2017

Zibibbo

Alcol: 13%

Vedo una crosta vulcanica, dove le viti stanno
più conficcate che piantate nel greto delle lave.
Portate basse, forma di mano aperta, le radici frugano
dentro le miniere di basalto.
Il mare gonfio di maestrale arrotola onde lunghe,
fa da collare stretto. Nessun gabbiano lievita,
custode di distese più vaste di un deserto.
Nella piana dove la terraferma innalza i bordi
e fa scordare di stare su un’isola, si fa la mungitura
del cappero, le bacche raccolte goccia a goccia.
Ci vogliono le dita cucitrici delle donne.
Oltre la livella di orizzonte ci deve essere l’Africa.
L’isola è una lucciola a un palmo dal suo naso.
Si sente il fiato quando alza lo scirocco.
Si sentono le spezie volate dai mercati.
Si sentono le stragi della gioventù rovente.
Si trovano i rottami dei suoi naviganti a terra persa.

Erri De Luca, Pantelleria 13 Giugno 2016

Ddèfiu, “vento caldo” e cielo azzurro. Un sole pigro tinge di rosso l’orizzonte, esalta il nero della lava, il verde dello Zibibbo, il blu cobalto del mare. I panari, pieni di capperi e mandorle, di albicocche e mandarini, di datteri e passolina “sporca” di zafferano. Il sale e lo zucchero si stringono in un abbraccio amoroso, nel contrasto tra l’aspra bellezza degli arbusti e del basalto bagnato dal mare e la sensuale dolcezza della luce e degli acini appassiti al sole. Pantelleria magica, fuori dal mondo e al centro dell’universo.

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