Chenin Blanc (100%) – 13%
Oggi facciamo un viaggio nella Loira a degustare questo Chenin Blanc, frutto del lavoro di Mark Angeli. Mark ha le idee chiare e il carattere forte. Ha mostrato tutto il suo disprezzo verso la regolamentazione del vino da parte dello stato francese declassando tutta la sua produzione in “Vin de France”. I suoi vini godono del riconoscimento “Triple A”. Angeli non usa prodotti chimici e antiparassitari, l’uva prodotta è biodinamica e tutte le lavorazioni sul vigneto avvengono manualmente. I suoi vini sono a basso contenuto di zolfo, tanto da raccomandare di mantenerli al fresco, e comunque sotto i 14° fino alla degustazione. Quindi versiamo il vino nel calice e osserviamo un bellissimo colore giallo paglierino tendente al dorato. Al naso si viene deliziati da un bouquet ricco e complesso. Albicocca matura, frutta secca, fiori bianchi, miele, vaniglia e note minerali lo rendono elegantissimo. Al palato si sente subito il residuo zuccherino (10 gr/l) che, però, viene equilibrato da una notevole freschezza e buona sapidità. Bel finale di fiori bianchi e miele. Un grande bianco.


Che bella descrizione!
Mi sta veneno la tentazione di provare questo vino con un piatto complesso con il foie gras protagonista. La forte spalla acida e la sapidità che si bilanciano con la grassezza e la tendenza dolce del fegato ed infine la morbidezza con quel residuo zuccherino del vino perfetto per equilibrare il saporito e la tendenza amara del piatto!
Su che fascia di prezzo siamo? Inoltre è facilmente reperibile?
Grazie,
Francesco
Ciao Francesco,
secondo me il Foie Gras sarebbe un’ottimo abbinamento. Il costo è sui 25 euro e non è proprio facilmente reperibile. Facendo un rapido giro sul web l’ho trovato qui:
http://www.passionevino.net/product_info.php?products_id=1153
Ioannis.
Grazie Ioannis! 😀
Sarebbe interessante conoscere l’opinione di Mark Angeli dui livelli di solfiti nella regolamentazione comunitaria dei vini biologici,eccessivamente alti come sostengono molti piccoli produttori italiani. Comunque interessante articolo, la via giusta è dettata da questi imprenditori che non sacrificano la qualità alla migliore conservabilità.
Ciao Luca,
quando il limite massimo di solfito lo fissano a 100mg/l per il vino rosso e 150mg/l per il vino bianco (150 e 200 mg/l per quelli convenzionali) si capisce subito che né Angeli né nessun altro produttore che ci tiene al biologico può essere soddisfatto. La Lune è un bianco e (come vedi dalla foto) ci sono solo 32 mg/l.
Comunque, secondo me (ma non lo faranno mai), devono imporre un’etichetta sulla quale devono essere riportate tutte le sostanze contenenti nel vino con relative quantità.
E’ facile capire come la pensa Mark Angeli se leggi la sua monografia, qui:
http://www.velier.it/Monografie/monografia?id_mono=153
Saluti,
Ioannis.
Già, riportare le sostanze sull’etichetta sarebbe invasivo ma sarebbe sicuramente più importante vederli sul vino piuttosto che sulle acque minerali, ma la speranza è l’ultima a morire. O magari si può stampare sul cartellino del prezzo nei supermercati dove oggi si scrivono i vitigni d’origine e, timidamente, se sia biologico o no. Comunque grazie per la monografia!