Callet (90%), Manto Negro (10%) – 13%
A Matteo
che, come dice il grande Fernando Pessoa, è dietro la curva della strada; sento i suoi passi esistere come io esisto.
Compio l’atto sacro della libagione alle divinità ctonie versando un po’ di vino sulla terra nuda. Mi siedo, riempio i calici, mi avvicino e vengo avvolto da un abbraccio amorevole, un tocco gentile che -piano piano- si trasforma in presa solida. Garofani e rose, lamponi e more, erbe rinfrescanti, radice di liquirizia e corteccia d’albero eterno, ferro e fuoco; lacrime salate, sorrisi amari, carattere complesso ed eleganza infinita.
-Agnese, ma cosa scrivi? Prendo il foglio e leggo
“Dolce è la fiamma dell’amore
scalda, non brucia
forma, non trasforma
rasserena, non gioisce
parla, non racconta
libera, non trattiene
accompagna, non guida
veglia, non sorveglia
il tempo.. non fa paura (all’amore)
incoraggia.”
Descrizione perfetta. Faccio pace (di nuovo) con la vita, alzo il calice e brindo citando ancora Pessoa:
“Mai nessuno s’è smarrito. Tutto è verità e passaggio.”