Chiavennasca (Nebbiolo) (100%) – 13%
Il beniamino della famiglia non si fa intimidire dai fratelli più grandi, come il “Rocce Rosse” o il “Buon Consiglio”, e mostra di essere un “enfant prodige”. Vino di montagna, succo di uva e sudore, ottenuto dal lavoro duro sui pendii del versante retico, si presenta con un colore rosso rubino brillante e trasparente. Al naso, da buon montanaro, inizialmente è timido e introverso. Ma cos’è l’introversione? L’introversione è un orientamento tipologico della personalità caratterizzato da un ricco corredo emozionale che, comportando un rapporto con la realtà prevalentemente intuitivo e empatico, obbliga il soggetto a interrogarsi, in maniera più o meno organizzata intellettivamente, sulla complessità che si cela dietro le apparenze, e quindi interferisce, in misura diversa, sull’adattamento al mondo così com’è. (wikipedia); insomma, si deve fidare. Una volta superata la timidezza, la sua personalità viene fuori e il suo “ricco corredo emozionale” diventa nostro. Ribes e ciliegie, spezie e fiori rossi, mineralità e una sottile affumicatura che gli dona tanta finezza. Fresco e sapido in bocca, dal tannino carezzevole e dall’alcol perfettamente integrato, è un vino di grande dinamismo ma anche di grande equilibrio e, soprattutto, di grande piacevolezza; sincero e diretto, come solo i montanari sanno essere.

Credo che questo sabato a Roma sarà disponibile ai banchi d’assaggio, quindi finalmente anche io potrò provare il millesimo 2012.
Un saluto!
Ciao Francesco,
visto che sarà presente a Roma, non perdere l’occasione di provare i vini di Haridimos Hatzidakis.
Buona serata,
Ioannis.
Ti ringrazio per la dritta!