Nella guida L’Espresso “Vini d’Italia” mi piace e condivido l’introduzione (firmata da E. Gentili e F. Bizzari) che dice: “Al netto di ogni deriva estremista, la fazione che lotta per il rispetto per la natura, per la forte riduzione di interventi fisici e chimici, per l’esaltazione del carattere autentico del territorio, ha il nostro massimo rispetto e il nostro appoggio critico”.
Ora andiamo a vedere cosa succede attualmente nell’universo vino. Ce lo spiega Corrado Dottori nel suo “Non è il vino dell’enologo”.
Dal capitolo Rivoluzione naturale:
“Il ritorno contadino è rivoluzionario – diceva Veronelli. – La rivoluzione non è nelle fabbriche e negli stabilimenti..La rivoluzione, le sue possibilità è nei campi”.
In questo decennio le contaminazioni che abbiamo portato, con le fiere, con i mercati, con le assemblee, ma anche con i pezzi di movimento che ci sono stati a fianco, hanno seminato idee e pratiche nuove. Hanno avvicinato un’intera fascia di cittadini coproduttori a un nuovo modo di considerare il vino.
Oggi il successo di questo “mercato” sembra essere l’unico fine. Se, infatti, penso oggi ai “vini naturali” penso innanzitutto a una grandissima operazione di marketing che ha creato un potentissimo strumento di attrazione commerciale.
E ancora, dal capitolo Neoliberismo:
Negli ultimi due decenni sull’onda dell’entusiasmo si è prodotto troppo e con la logica di competere sul marchio, sul nome, sull’immagine.. ..D’altronde il percorso seguito dalle istituzioni europee è lucidissimo e parla chiaro: fornire contributi all’estirpazione per liberare il mercato dai piccoli viticoltori, dai vigneti vecchi e poco produttivi (cioè i migliori), dalle zone più impervie e difficili (che danno vini identitari). Liberalizzare le pratiche di cantina per i “convenzionali” e annaquare le certificazioni bio attraverso disciplinari lasci. Liberalizzare i diritti di impianto nel medio periodo in modo da aumentare la capacità produttiva, abbassando i prezzi delle uve per le aziende commerciali.
Per approfondire: Corrado Dottori Non è il vino dell’enologo Lessico di un vignaiolo che dissente.
Edizioni: DeriveApprodi
Un approccio molto interessante al mondo del vino ce lo dà Samuel Cogliati con la sua guida Vini naturali.
Dal capitolo La pratica biodinamica, un passo “verso l’alto”.
Negli anni Venti del secolo scorso, il filosofo e pedagogista austriaco Rudolf Steiner fondò un nuovo metodo agricolo: la biodinamica. Da allora, questa pratica si è estesa e diffusa, anche se la viticoltura fu tra gli ultimi campi ad applicarla, nel Secondo Dopoguerra inoltrato. Come il bio, la biodinamica rifiuta qualunque prodotto di sintesi o inorganico, ma applica un metodo più complesso, attivo e in un certo senso “invasivo”. La biodinamica si propone di aiutare le piante, stimolandole a captare le energie dell’universo.
Alle spalle della pratica biodinamica vige un apparato teorico (più o meno rigido a seconda della lettura che se ne dà), che colloca la pianta in un universo in equilibrio tra materia (la morte) declinata in quattro stati (minerale, acquoso, gassoso, calore) e non-materia (l’energia, la vita). Quanto più ci si avvicina allo stato solido, tanto più si è prossimi all’assenza di vita. Lo stato energetico puro, invece, come il calore o la luce – quasi impalpabili – per la biodinamica è sinonimo di vitalità estrema.
L’insorgere di una malattia è sintomo di uno squilibrio, cioè di un bene che non è più al suo posto. Per curare le piante e ripristinare l’equilibrio, la biodinamica sfrutta strumenti naturali come tisane o decotti, soluzioni in acqua dinamizzata, preparazioni omeopatiche, osservando il calendario lunare..
..Le energie o le frequenze cosmiche che il biodinamista punta ad attivare non sono materia tangibile, ma forze invisibili: qualità e non sostanza. Ecco perchè una quantità irrisoria di un preparato dinamizzato sparso su una grande superficie di terra riesce ad avere degli effetti scientificamente ingiustificabili.
Per approfondire: Samuel Cogliati – Vini naturali – Una breve guida per sapere cosa sono
Edizioni: Quaderni Sarfati



Letture indispensabili per capire cosa cI sia veramente dietro ad un vino così detto naturale.