Pinot Gris (100%) – 15%
Ho conosciuto Stephane Bannwarth durante l’ultima edizione di ViniVeri a Cerea, persona gentile e composta. Stephane, vignaiolo in Alsazia, è figlio di Laurent, che negli anni ’50 crea la sua cantina e la sviluppa insieme alla moglie Suzanne. Nel 1987 Stephane entra in azienda per proseguire il lavoro dei genitori. Molto interessanti i vini, mi hanno colpito in particolare quelli fatti nelle qvevri, le anfore Georgiane fatte con argilla e rivestite con cera d’api. Laurent le ha importate, le ha interrate e ha fatto fermentare lentamente i suoi vini nell’abbraccio della terra. Oggi, andiamo a degustare uno di questi vini, il Pinot Gris 2011. La lavorazione nel vigneto è di tipo biodinamico e per la sua realizzazione sono stati usati lieviti indigeni. Non ha subito filtrazioni e non è stata fatta nessuna aggiunta di solfiti. Stappando la bottiglia vediamo che la sua chiusura è stata affidata ad un tappo di vetro. Versando il vino nel calice possiamo osservare il suo colore, un “buccia di cipolla” un po’ carico e luminoso, il classico “orange wine”. I suoi profumi sono delicati, di fiori bianchi dolci, frutta secca, miele, frutta (mela renetta), anche candita e qualche spezia. Al palato la nota alcolica è importante ma ben integrata nella sua robusta struttura. Ampio, fresco, elegante e profondo. Il finale è leggermente affumicato, particolare ed emozionante. Un grande vino.

Condivido ogni parola. I vini di questo produttore, specialmente i Qvevri, parlano direttamente al cuore. Sono vini “emozionali”, cortocircuitano i nostri tentativi di scomporre la degustazione tecnica dal piacere che proviamo nel berli.
Ciao Fabrizio,
quant’è vero quello che dici! Sono andato anch’io in cortocircuito. Come si fa a tradurre in parole le emozioni? E’ veramente difficile, io c’ho provato ma, secondo me, tu condividi perché li hai provati, non so quanto sia facile incuriosire (perlomeno) chi non li ha provati…
Da come lo descrivi dev’essere molto buono.