Fiano (100%) – 13%
Guarda, dice Haris (l’amico che ha offerto gentilmente la bottiglia), guarda che colore! In effetti, la lunga macerazione sulle bucce dona al vino un colore dorato molto caldo che ricorda il tramonto del sole. E’ particolare il Quartara e lo si capisce già dal nome; la quartara è un recipiente di terracotta di medie dimensioni usato per millenni dai contadini (principalmente in Sicilia) per conservare l’acqua e il vino. E’ lì dentro che fermenta l’uva e riposa -in parte- il vino sulle bucce, dopodiché continua il suo affinamento in botti di legno prima di essere imbottigliato. La complessità aromatica e la bontà di questo nettare è travolgente. Agli evidenti sentori di idrocarburi seguono quelli della frutta secca, in particolare nocciole, del miele e delle spezie dolci. Note balsamiche e di fiori di campo sono affiancati da quelle di frutta gialla matura, scorza candita di agrumi e da una mineralità che -guarda caso- ricorda l’argilla. Entra deciso in bocca e sorprende, non solo per la sua intensità ma anche per la sua morbidezza, la sua freschezza e la sua “salinità”. Lungo e persistente con un retrogusto piacevolmente amarognolo che provoca una intensa salivazione, tanto da farmi sembrare un cane di Pavlov. 🙂 Profondo.

Un vino fantastico bevuto con altre tanto fantastici amici 😀
Mi associo, ottimo vino e ottima compagnia. Grazie Haris 🙂
Agnese