Savagnin (100%) – 13,8%
Le lacrime scendono lente e sofferenti, sembra così indifeso che fa quasi compassione. Ma in un attimo, dalle marne blu, si alzano lame volanti e roteanti che traffigono con millimetrica precisione naso e bocca. Ouillé si, ma è una leggera ossidazione a colpire per prima; idrocarburi, in ordine sparso, catturano i recettori delle cellule dell’epitelio olfattivo, ultimo baluardo prima della conquista del cervello. Ormai indisturbati e con vigore, arrivano alla plancia di commando i limoni e i loro fiori, la pesca e la mela, i fiori di campo e le spezie orientali, le mandorle e le noci. Il palato viene colpito da stele di sale bagnate dalla freschezza dell’oceano che fu. Il limone si addolcisce e si trasforma in arancia e pompelmo, e con il passare dei minuti spunta un suadente miele d’acacia che gioca al dolce-amaro. Armonia, profondità, fragranza. Materico.