Trebbiano (100%) – 12,5%
Seguo l’odore del pane appena sfornato
aroma del flauto magico
della mia immaginazione
Terre lontane
dove la natura
ti dà il buongiorno e lo riceve
Il rispetto antico dei nostri nonni
che si davano del Voi
Lo stesso che la natura ci rivolge
se debitamente riconosciuta
Non bestemmie
parole insulse
giudizi affrettati
sempre inappropriati
Luoghi comuni
che ti prendono l’anima
e non la restituiscono più
No
In queste terre
la natura e gli uomini
si danno del Voi
E parlano a bassa voce
In queste terre
i saggi raccontano
E io ascolto rapita
Agnese
Ecco cosa incontra la “Bocca di Rosa”; un vino che non viene bevuto per noia o per professione ma solo per passione, un vino che soddisfa le proprie voglie. Alla stazione successiva a quella di partenza, c’è scritto “Casa del Diavolo”, posto di perdizione dove s’incontra l’amor sacro e l’amor profano. Qui incontriamo Giano, il Dio bifronte, mentre guarda al passato e al futuro, mentre semina e raccoglie seguendo i cicli naturali. Ci porge il calice di comunione, il vaso sacro contenente il suo sangue; pesche e nespole, solvente, resina di pino e zafferano, fiori di campo ed erbe aromatiche, mandorle e miele. Elegante potenza, filante severità e passione bruciante; sono gli ingredienti di questo nettare che “alla stazione successiva” trova “molta più gente di quando partiva” perché
“una notizia un po’ originale
non ha bisogno di alcun giornale
come una freccia dall’arco scocca
vola veloce di bocca in bocca.”
