Nuova location quest’anno per I Vignaioli Eretici di Gusto Nudo, Il Cassero, sede del comitato provinciale Arcigay di Bologna. In un’atmosfera amichevole e rilassata, complice anche una splendida giornata, si sono incontrati vignaioli, appassionati e gente che vuole avvicinarsi al vino. Si è parlato del rispetto della terra e dell’uomo e delle fatiche dei vignaioli “eretici” per riuscire a proporre i loro prodotti avendo la loro coscienza a posto.
Presente Nadia Verrua con i suoi vini elegantemente contadini che riescono a fondere la semplicità e la complessità, in particolare il Ruchè, un vino non facile e con grande personalità. Autentico. Un vino che mi ha colpito molto è stato il Sileno dell’Azienda Stillo. Vittorio, vignaiolo autodidatta, propone Sileno, un blend di due uve antiche, il Nerello Calabrese e il Magliocco. Vino intenso e complesso che penetra nelle profondità delle narici e pervade i nostri sensi; fruttato, terreno, speziato. Fiero. Ma Vittorio ha portato anche un paio di bottiglie di un esperimento; poche viti di Syrah hanno dato vita ad una “essenza” meravigliosa. E’ stato fatto quasi per gioco ma il futuro è suo. Vittorio, pensaci!
L’Umbria eretica di Carlo trova il suo interprete principale in “Fiero”, un bianco da uve Grechetto, macerato sulle bucce per 4 giorni. Un’interpretazione del vitigno meravigliosa, tanto piacevole quanto alternativa. Non l’avete ancora provato?
Il sorriso fresco di Chiara ci accoglie nello stand di Tunia, azienda aretina della Val di Chiana; fresco come il Chiassobuio (Sangiovese, Colorino, Canaiolo) e il Cantomoro (Cabernet Sauvignon), così diversi da molti vini toscani “appesantiti” dall’uso del legno eccessivo. Elegante e delicato il Chiassobuio, erbaceo, balsamico e intenso il Cantomoro, entrambi molto interessanti. Completa la batteria il Chiarofiore, un bianco macerato sulle bucce da uve trebbiano e Vermentino, dove la raccolta è stata effettuata in quattro fasi; prima il Trebbiano non perfettamente maturo, poi il Vermentino maturo, ancora il Trebbiano maturo e infine il Vermentino tardivo. Profumatissimo, di buona freschezza e bella sapidità e dal sorso che vira lievemente sul dolce per via della vendemmia tardiva del Vermentino.
Chiudiamo con una realtà bolognese, l’Azienda Agricola Gradizzolo di Monteveglio. Pignoletto, Barbera, Negretto e Merlot i vitigni interessati; ci ha attirato l’attenzione il Pignoletto “Le Anfore”, macerato brevemente sulle bucce e affinato per 12 mesi in anfore toscane non interrate. Sottile e fresco, sapido e caldo, trova il suo particolare equilibrio senza diventare banale. Da tenere d’occhio.
Applausi per Tunia, oggi a Navelli Francesca, la socia di Chiara aveva anche il trebbiano rifermentato, la prima vendemmia rifermentata con la vendemmia tardiva, un bel esperimento…
Bello anche il syrah di Pacina e tutta la gamma Borc Donon