San Floriano, fine agosto. Il tempo della vendemmia si sta avvicinando a grandi falcate; le pigne sulle viti sono cariche, piene di vita e quasi pronte a donare i loro frutti. Ci avviciniamo alla frazione di Valerisce, fra vigne e ulivi, fino ad arrivare alla cantina di Franco, che ci accoglie con un gran sorriso.
Il feeling è immediato e nella nostra permanenza nel Collio, sia Italiano che Sloveno, Franco sarà un punto di riferimento. I suoi vini, frutto di un terreno trattato con amore e rispetto ma senza l’uso della chimica di sintesi, che conoscono lunghe fermentazioni e maturazioni ma non chiarificazioni e filtrazioni, sono espressivi, vivi, veri. Sono figli dell’Opoka (o ponka), una marna arenaria che regna su questa terra. Friulano-Sauvignon-Chardonnay-Pinot Grigio (Stamas Bianco), Cabernet-Merlot (Stamas Rosso), Ribolla Gialla, Jakot, Sauvignon, Chardonnay, Pinot Grigio (Sialis), Chardonnay-Sauvignon-Pinot Grigio (Sialis Bianco), Merlot-Cabernet (Sialis Rosso) e la linea giovane “Quintoquarto” sono le creature di Franco, più l’estremo, folle e splendido bianco “Illegal” da uve “non so”. Questi sono i vini di Franco Terpin, estrosi e un po’ folli, come lui.
La sera ci ritroviamo allo splendido Wine Bar di Ron e Orn, “Al Cantuccio”, a Gorizia. Lì, abbiamo l’onore di conoscere Franco Dugo, grande artista goriziano. Fra un calice di vino ed altre eccellenze del territorio, dico a Franco che ho già in testa i produttori di vino che voglio visitare ma che mi piacerebbe incontrarne uno speciale, che va oltre le mie conoscenze; Terpin ci pensa per un attimo e dice “Marinko, domani vi porto da Marinko”.
2 pensieri riguardo “Su e giù per le gobbe del Collio, parte prima: Franco Terpin”