Robola (100%) – 12,5%
Il dominio veneziano nelle Isole Ionie lascia degli evidenti strascichi linguistici; non Κρασί της Πέτρας, quindi, ma Vino di Sasso. E’ la Robola che ama i sassi; e i terreni poveri, ghiaiosi e calcarei. Per questo i Veneziani hanno chiamato il vino che dà, Vino di Sasso; e l’hanno amato, tanto da importare il vitigno verso la fine del 1200. Si, molto probabilmente parliamo dell’antenato della Ribolla Gialla, e qui la troviamo in una delle sue espressioni migliori, quella di Evriviadis Sklavos, che coltiva le sue uve usando (ed eccolo qui ancora il legame con l’Italia) la versione italiana della biodinamica, l’omeodinamica. Mineralità spiccata, incontenibile; pietra focaia, bergamotto e pompelmo, pera e pesca, fiori “sottili”, erbe aromatiche e spezie. Marcata l’acidità, “masticabile” il sasso, snello e ben definito il corpo, elegante lo sfondo aromatico, immenso il carattere. Difficile da dimenticare anche per via della lunga persistenza aromatica.